giovedì 26 febbraio 2015

Agli avvocati le compravendite di immobili, ma i notai non ci stanno Il Notariato chiede un incontro urgente al Ministro della Giustizia sul ddl Concorrenza. Critici anche Confprofessioni e commercialisti



26/02/2015 - Il Consiglio Nazionale del Notariato ha chiesto al Ministro della Giustizia Andrea Orlando un incontro urgente per esporgli i rischi connessi ad alcune disposizioni contenute nel ddl Concorrenza, approvato nel Consiglio dei Ministri del 20 febbraio scorso.

Disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza

Al centro della questione, l’articolo 29 che, se confermato, consentirà anche agli avvocati, e non più soltanto ai notai, l’autenticazione degli atti e delle dichiarazioni di cessione o donazione di immobili ad uso non abitativo di valore catastale fino a 100.000 euro.

Secondo i notai, l’eliminazione del controllo preventivo di legalità del notaio per queste transazioni “porta con sé potenziali effetti distorsivi della concorrenza, che alterano il mercato e creano condizioni di svantaggio competitivo in danno dell’utenza”.

I notai richiamano le posizioni espresse daConfprofessioni, secondo la quale “questo disegno di legge consegna il mercato dei servizi professionali alle lobby delle banche e delle assicurazioni e a pagarne le conseguenze saranno i cittadini e i professionisti. L’imparzialità, la terzietà e il controllo antiriciclaggio garantiti dall’intervento notarile rischiano di essere cancellati unitamente alle altre garanzie che il sistema professionale italiano offre ai cittadini”.

“Non vedo alcun vantaggio per i cittadini, ma solo la volontà di trasferire un’ampia fetta del mercato dei servizi professionali ai grandi gruppi industriali e alle banche” - afferma il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella.

“Con la scusa di attaccare presunte rendite di posizione - prosegue la nota di Confprofessioni - si vuole far credere ai cittadini che non avranno più vincoli e potranno muoversi liberamente sull'asfittico mercato dei servizi professionali, mail prezzo da pagare sarà altissimo perché cadranno tutte quelle garanzie di imparzialità e terzietà che in tutta Europa contraddistinguono la prestazione professionale”.

“Il ddl sulla concorrenza non considera lo stato di crisi del comparto delle professioni. Siamo di fronte a una finta liberalizzazione, perché il mercato sottostante sta crollando, nonostante l’ottimismo dei numeri dichiarati dal governo” - conclude Stella.

Secondo l’Associazione Italiana Giovani Notai (Asign), il testo del ddl “sembra più diretto a minare quello che da sempre è il delicato rapporto di competenze tra notai e avvocati, piuttosto che agevolare il cittadino nel fruire dei servizi ivi indicati. La previsione dei trasferimenti immobiliari ad uso non abitativo sembra consentire anche agli avvocati di essere fautori di tali trasferimenti. Il testo, però, tradisce il senso vero delle liberalizzazioni.

“Tanto più che pone come onere alla parte acquirente o donataria o mutuataria di dare le comunicazioni agli uffici competenti dell’avvenuta sottoscrizione davanti all’avvocato del trasferimento immobiliare. Quale onesto cittadino se la sentirà di assumersi tali oneri? Di quali garanzie parliamo?” prosegue la nota di Asign.

“Il presidio di legalità nei trasferimenti immobiliari e nelle operazioni societarie, la tutela del terzo data dall’efficienza dei pubblici registri sono solo alcune delle operazioni che consentono al cittadino, agli investitori, stranieri e non, di poter avere fiducia in un mercato che non sia drogato da irregolarità o da realtà apparenti” concludono i giovani notai.

Ma se per gli avvocati si aprono nuove opportunità di lavoro, i commercialisti sono critici: “Se la ratio della norma è quella di allargare la platea dei professionisti a quelli che autenticano la firma del cliente nel mandato alle liti - afferma il presidente del Consiglio Nazionale dei commercialisti, Gerardo Longobardi-, non si comprende perché siano stati esclusi dalla previsione normativa i commercialisti, che abilitati alla difesa tributaria dei contribuenti, già autenticano la firma di questi ultimi. Se invece la ratio era quella di individuare professionisti dotati di specifica competenza in materia, ricordiamo che i commercialisti, accanto ai notai e agli avvocati, già dal 2005 vengono delegati alle operazioni di vendita dei beni immobili nel processo esecutivo”.

Fonte EDILPORTALE.COM

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